Nelle Terre di Eolo: l’isola di Salina

< Al ritorno, avevo scoperto dalla barca un’isola nascosta dietro Lipari. Il battelliere la chiamò “Salina”. È su di essa che si produce il famoso vino di Malvasia.
Ne volli bere allora una bottiglia, alla sua stessa fonte. È proprio il vino dei vulcani, denso, dolce, dorato, talmente pregno di zolfo che fino a sera ve ne rimane il gusto. Si direbbe il vino del diavolo. >

Guy de Maupassant, La vita errante, 1890

Uno degli aspetti che prediligo delle isole, geograficamente parlando, è sapere che il panorama che ho davanti a me e lo stesso che hanno ammirato migliaia di uomini nel corso dei secoli, perché la natura nella sua magnificenza non concede deroghe alla sua morfologia. Se poi nello specifico parliamo di isole vulcaniche, questo pensiero trova risposta e concretezza. Parlando delle Isole Eolie, il sito dell’Unesco (le isole sono ascritte fra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità dal 2000) recita il criterio d’iscrizione dell’arcipelago alla lista:

“La morfologia delle isole vulcaniche rappresenta un modello storico nell’evoluzione degli studi della vulcanologia mondiale. Le Isole Eolie sono uno straordinario esempio del fenomeno vulcanico ancora in corso. Studiate sin dal XVIII secolo le isole hanno fornito alla vulcanologia due tipi di eruzione (vulcaniana e stromboliana) e hanno occupato, di conseguenza, un posto eminente nell’educazione di tutti i geologi per oltre 200 anni. Il sito continua ad arricchire il campo degli studi vulcanologici.”

La bellezza di questo luogo non è solamente nella sua natura, nella sua storia millenaria, nei suoi paesaggi mozzafiato ma è soprattutto nella percezione costante dell’unicità di questo arcipelago e nella comprensione della difficile (ma mai impossibile) convivenza fra uomo e natura nello stesso.

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L’isola di Stromboli al tramonto fotografata dalla costa nord di Salina. Agosto 2015

Sono stato alle isole Eolie due volte, nel 2013 e nel 2015, soggiornando in entrambe a Salina, nel comune di Leni ma avendo la fortuna di visitare sia Vulcano che Lipari. Questo articolo racconta l’isola di Salina, una delle più importante dell’arcipelago e forse la più “indipendente” (mi si passi il termine) delle sette che lo compongono data la sua suddivisione amministrativa in 3 comuni a differenza del resto delle isole che fa capo unicamente al comune di Lipari, sull’omonima isola.

L’ISOLA

L’isola di Salina è la seconda isola per estensione e popolazione dell’arcipelago eoliano. Misura 26,4 km² e conta di una popolazione complessiva di circa 2.300 abitanti, suddivisi fra i tre comuni che si dividono amministrativamente l’isola: Malfa, Santa Marina e Leni.

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La mappa dell’isola di Salina. fonte: Google Maps

Per la sua caratteristica morfologia, contraddistinta dai due vulcani spenti che svettano sull’isola, i Greci la chiamarono Didỳmē (da δίδυμος, dìdymos, “gemello”) mentre il suo nome attuale, Salina, deriva dal laghetto presente nella frazione di Lingua del comune di Santa Marina, dal quale si estraeva il sale.

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Il laghetto di Lingua. Agosto 2013

I VULCANI DELL’ISOLA

I due vulcani spenti dell’isola rappresentano il primo (Monte Fossa delle Felci, 962 m) e il terzo (Monte dei Porri, 860 m) rilievo per altitudine dell’intero arcipelago (la seconda è Iddu, lo Stromboli, con 924 m). E’ possibile raggiungere entrambe le vette a piedi, tramite sentieri e antiche mulattiere. Nello specifico, per il Monte Fossa delle Felci il sentiero parte dal santuario della Madonna del Terzito, del 1630, in zona Valdichiesa e si snoda lungo tutto il versante est della montagna per una lunghezza totale di 6.5 km, un dislivello di circa 600 metri e un tempo di percorrenza di 2 ore e 30 minuti (è possibile ridurre il percorso attraverso delle scorciatoie non troppo agevoli che tagliano verticalmente i tornanti che si susseguono lungo il percorso sterrato e segnalato). A circa 2 km dalla vetta della montagna, lungo il percorso, si incontra il Rifugio di Monte Rivi, a quota 803 metri, al cui interno è possibile sostare ma anche pernottare ed è presente una sorgente di acqua potabile.

L’altra vetta, il Monte dei Porri è raggiungibile tramite un antica mulattiera che anticamente conduceva da Valdichiesa alla località di Pollara, posta aldilà della montagna. Il tracciato è facilmente visibile poichè la montagna è totalmente sprovvista di alberi e arbusti sulla sua dorsale ovest, mentre per rintracciare la sede di partenza dello stesso bisogna addentrarsi fra vigneti e casali e spesso non è facile individuarlo. Inoltre data la mancanza di qualsiasi tipo di rifugio, albero o appoggio la salita è molto ripida e faticosa nonchè esposta alla luce del sole per l’intero percorso.

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La parte finale della mulattiera che porta alla vetta del Monte dei Porri. La foto è stata scattata dalla vetta della montagna antistante, il Monte Fossa delle Felci. Agosto 2013

MALFA

Malfa è uno dei tre comuni in cui è suddivisa l’isola di Salina lungo la sua costa nord, contraddistinta da alte scogliere a picco sul mare. L’origine del nome deriva probabilmente dalla presenza di alcuni emigrati amalfitani arrivati sull’isola nel XII secolo mentre altri ricollegano il nome Malfa al termine arabo marfa, che significa porto.

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Vista del comune di Malfa salendo verso il Monte Fossa delle Felci. Agosto 2013

Il nucleo originario del paese si è sviluppato attorno alla centrale via Roma lungo la quale si susseguono locali, botteghe di artigiani, ristoranti e bar. A metà del corso sì’incontra la piazza principale del paese, cuore pulsante delle serate estive, sulla quale sorge la chiesa settecentesca di Sant’Anna, l’edificio religioso più importante di Malfa. Scendendo lungo via Roma si giunge fino all’ingresso del piccolo scalo portuale di Scalo Galera, utilizzabile esclusivamente da imbarcazioni di piccolo pescaggio.

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Scalo Galera. Agosto 2015

La spiaggia più suggestica del paese è la spiaggia di Punta Scario, a poca distanza dal porticciolo, e raggiungibile scendendo un sentiero scavato nella roccia (5-10 minuti a piedi), il cui ingresso è situato lunga la strada che costeggia la scogliera. La spiaggia è composta esclusivamente da ciottoli e massi lavici e consiglio di portare con voi un materassino (nel caso ne foste sprovvisti è possibile noleggiarlo al bar alla fine del sentiero che porta alla spiaggia).

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La spiaggia di Punta Scario. Agosto 2015

POLLARA

Pollara è l’unica frazione del comune di Malfa e si trova sulla costa occidentale dell’isola, alle pendici del Monte dei Porri, in un contesto panoramico fra i più belli del Mediterraneo, sintesi perfetta di un territorio aspro e tortuoso circondato totalmente dal mare.

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Pollara. Agosto 2015

La frazione, che conta 78 abitanti, sorge lungo i resti di un antico cratere vulcanico, oramai quasi totalmente sprofondato, di cui è testimonianza lo Scoglio Faraglione che svetta in mezzo al mare a poca distanza dalla spiaggia. Il piccolo abitato si è sviluppato attorno alla chiesa di Sant’Onofrio, costruita nel 1853, al cui interno sono custodite le statue dell’Immacolata e di Sant’Onofrio e numerosi ex-voto offerti alla Madonna dai marinai scampati a naufragi e tempeste.

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La chiesa di Sant’Onofrio a Pollara. Agosto 2015

Pollara è diventata famosa a livello mondiale per essere stata il set principale del film il Postino, con Massimo Troisi e Philippe Noiret, le cui riprese ne hanno esaltato l’atmosfera anacronistica e onirica che traspare dai meravigliosi paesaggi che offre questo tratto di costa. La spiaggia in cui è stato girato il film non è accessibile direttamente ma solo a nuoto dall’unica area balneare ovvero la zona le Balate, raggiungibile scendendo un sentiero di scalini di pietra situato alla fine della strada provinciale che attraversa Pollara (5-10 minuti per la discesa, 10-15 per la salita).

Arrivati all’ingresso dell’area balneare si rimane incantati dal paesaggio che si apre davanti agli occhi: l’alta scogliera che svetta sulla spiaggia oramai erosa dal mare, la vetta del Monte dei Porri, lo Scoglio Faraglione e le isole di Filicudi e Alicudi in lontananza, ad ovest. L’area balneare è piccola ma davvero caratteristica, circondata dalle rimesse dei pescatori scavate nella roccia e attraversabile attraverso un piccolo sentiero scavato negli scogli, per questo consiglio di portare con voi delle scarpe adatte al contesto.

Proprio il panorama offerto dall’isola sulle isole di Filicudi e Alicudi hanno reso la località una delle “terrazze” più belle del Mediterraneo. La bellezze del luogo è amplificata all’ora del tramonto, con il sole che sfiorando l’isola di Filicudi lentamente svanisce lasciando il posto alla notte, nell’attimo comunemente chiamato “ora blu”.

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Filicudi e Alicudi, in fondo, al tramonto. Agosto 2015

LENI

Leni è il comune più a sud dell’isola e il suo abitato affaccia sulla costa meridionale, a circa 200 metri sul livello del mare. Il nome deriva dal greco Lenòi, termine indicante i recipienti e le tinozze adoperati per la pigiatura dell’uva a dimostrazione di come sia millenaria la tradizione vitivinicola in quest’area. Il centro storico cittadino si snoda lungo la centrale via San Giuseppe, lungo la quale si susseguono il municipio, l’ufficio postale e la chiesa patronale di San Giuseppe, costruita nel 1860.

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Leni, dal sentiero verso la vetta del Monte Fossa delle Felci. Agosto 2013

Le due frazioni del comune di Leni, Rinella e Valdichiesa, si trovano rispettivamente a valle e a monte del centro abitato e identificano le due anime di questa porzione di isola: la produzione agricola di olio, vino e capperi e la vocazione turistico-balneare.

VALDICHIESA

Valdichiesa è la più piccola delle frazioni del comune di Leni con i suoi 89 abitanti. L’abitato si è sviluppato nella vallata che divide i due vulcani dell’isola attorno al santuario della Madonna del Terzito, del 1630. La zona è rinomata per la produzione di vino da uva Malvasia, di olio e del cappero eoliano (e del suo frutto, chiamato cucuncio). È possibile acquistare direttamente in loco i vari prodotti coltivati nell’area, nelle numerose aziende agricole a gestione familiare che costellano il territorio di Valdichiesa. Se ne avrete la possibilità, vi consiglio di provare assolutamente la Malvasia delle Lipari e il cucuncio sotto sale, una vera primizia. Rigorosamente in loco però.

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Il Santuario della Madonna del Terzito e, alle spalle, il Monte dei Porri. Agosto 2013

Nello specifico, la Malvasia è l’uva più coltivata dell’intero arcipelago eoliano e da essa si produce la DOC Malvasia delle Lipari. Secondo lo storico Diodoro Siculo, quest’uva è giunta nelle Eolie grazie ai Greci attorno al 580 a.C. mentre il suo nome deriva probabilmente da una storpiatura lessicale veneta di “Monemvasia”, antico porto del Peloponneso, tutt’ora esistente e colonia di Venezia per oltre quattro secoli (XIII-XVII), ove si producevano vini dolci e aromatici che i Veneziani contribuirono a diffondere in tutta Europa.

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I vigneti di Malvasia in zona Valdichiesa, alle spalle il Monte dei Porri. Agosto 2015

RINELLA

Rinella, con i suoi 129 abitanti, è la maggiore frazione del comune di Leni. È un piccolo borgo di pescatori, perfettamente conservato, caratterizzato da case in tipico stile eoliano che si sviluppano attorno alla bellissima spiaggia di sabbia nera e al porticciolo accanto ad essa, approdo delle barche dei tanti pescatori che popolano questo abitato.

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Panorama del comune di Leni e della frazione balneare di Rinella. Agosto 2013

Camminare tra i vicoli del borgo, fermarsi a prendere una granita, affacciarsi dalle terrazze dei piccoli e caratteristici bar e locali di questa località e ammirare il panorama su Lipari e Vulcano, tuffarsi nelle meravigliose acque di questa parte di isola fanno parte di quel bagaglio di esperienze che vanno ben oltre la semplice esperienza turistica, intesa come relax spesso disinteressato e statico. È un arricchimento, è una scoperta, è il contatto più intimo fra uomo e natura, testimoniato dalla pervasività del territorio e della sua morfologia sull’edilizia, sull’agricoltura, sulle vite delle persone che da secoli popolano queste terre. È un compromesso che si manifesta nelle numerose grotte e rifugi scavati nel tufo dai pescatori a Pollara e lungo la spiaggia di Rinella, nei pendii vulcanici su cui risplendono i vigneti di Malvasia, nelle candide case eoliane abbarbicate sui pendii che declinano verso un mare vivo, ricco di storia e meraviglie.

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La spiaggia di Rinella e le grotte scavate nel tufo dai pescatori, usate come rimesse e magazzini. Agosto 2015

Da Rinella è possibile raggiungere un’altra bellissima spiaggia dell’isola di Salina, la spiaggia di Prà Venezia, tramite un sentiero di 15-20 minuti ben segnalato e tracciato. La partenza del sentiero è accanto l’ingresso del camping Eolie, poco prima che la strada principale attraversi la piazza su cui affaccia la chiesa patronale di San Gaetano. La spiaggia è composta esclusivamente da sassi e ciottoli, e dalla stessa è possibile ammirare il tramonto su Filicudi e Alicudi da una prospettiva rispetto a quella che si ha da Pollara, poichè le due isole sono visibili ben distinte e non poste una davanti all’altra.

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Il tramonto da Prà Venezia. Agosto 2013

SANTA MARINA SALINA

Santa Marina Salina è il comune più occidentale dell’isola nonchè porto turistico principale e sede, assieme a Malfa, del SalinaDocFest, festival internazionale del documentario narrativo. Il comune è il secondo per popolazione dell’isola (903 abitanti) e possiede una sola frazione, Lingua, a circa 5 km di distanza. Santa Marina è anch’esso un piccolo borgo di pescatori sviluppatosi attorno alla piazza centrale del paese, Piazza Santa Marina, situata a metà del lungomare, a ridosso dell’ingresso del porto cittadino utilizzato sia come scalo civile che come scalo turistico. Poco al di sopra della piazza, invece, si incontra il corso centrale del paese, via Risorgimento, ricco di piccole botteghe e attività di artigianato locali oltre che di cocktail bar, lounge bar e in cui si incontrano le migliori pescherie della città (ovviamente, per chi scrive, la pescheria è una tappa fondamentale di un viaggio su di un’isola).

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Uno scatto di Santa Marina Salina. Agosto 2015

LINGUA

Lingua è l’unica frazione del comune di Santa Marina Salina ed è situato a ridosso del laghetto omonimo, nell’estremo sud-est dell’isola, dove anticamente si estraeva il sale, da cui il nome odierno dell’isola. Ha una popolazione di 263 abitanti ed una vocazione prettamente turistica. Il piccolo abitato si sviluppo lungo il bellissimo lungomare che lo attraversa e dal quale si ha una meravigliosa panoramica dell’isola di Lipari, da cui Lingua è separata da un braccio di mare. Caratteristici sono i ristoranti e i negozi di artigianato locale che puntellano il lungomare per tutte la sua lunghezza.

La località è stata anche il set naturale di un altro bellissimo film, Caro Diario, di Nanni Moretti che ha ambientato sull’isola e nello specifico a Santa Marina Salina e Lingua una parte della pellicola (il secondo episodio dei tre del film, Eolie). Una delle parti più belle e significative dell’episodio è il lungo piano sequenza girato al faro di Lingua in cui Nanni Moretti, in silenzio, cammina con lo sguardo rivolto verso Lipari e le mani in tasca, accompagnato dalle note di Nicola Piovani, autore della colonna sonora del film, che impreziosiscono una scena, personalmente, molto comunicativa e simbolica.

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Il faro di Lingua, sullo sfondo l’isola di Lipari. Agosto 2013

Questo racconto, preferisco chiamarlo così, è una summa delle esperienze e dei luoghi che offre quest’isola meravigliosa, antichissima, selvaggia, ammantata di un nostalgico senso di remoto. Un territorio aspro ma munifico di panorami e paesaggi unici in cui il rapporto tra uomo e natura si misura nel sorriso di chi ha deciso di rimanere e vivere in questa meravigliosa parte d’Italia.

Buon viaggio,
Simone

PS: Non poteva mancare il fotogramma del piano sequenza di Caro Diario, il film merita la visione.

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Caro Diario di Nanni Moretti, 1993. fonte: youtube.com

2 risposte a "Nelle Terre di Eolo: l’isola di Salina"

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