“Per ch’io mi volsi, e vidimi davante e sotto i piedi
un lago che per gelo avea di vetro
e non d’acqua sembiante”
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XXXII)
Tra i laghi più rinomati del Centro Italia ve ne sono alcuni che, nonostante la loro notorietà quasi nazionale, conservano ancora una condizione di isolamento ambientale che garantisce alla natura del territorio che li circonda di mantenersi nuda e pura com’era alla sua origine.

Il lago della Duchessa è annoverato fra questi e non è conosciuto esclusivamente per la sua bellezza paesaggistica ma anche per un fatto storico connesso a uno dei più tragici crimini politici della storia d’Italia.
GEOGRAFIA DEL LUOGO
Il lago è situato a 1788 m s.l.m. al confine tra Lazio e Abruzzo, precisamente nel territorio di Borgorose, in provincia di Rieti. È un lago d’altura incastonato in una conca all’interno della Riserva Regionale Montagne della Duchessa, circondato da alcune delle montagne più alte della Regione: Murolungo (2184 m), Monte Morrone (2141 m) e il Costone (2239 m). L’origine del lago è esclusivamente carsica, riconoscibile dalle doline che gli conferiscono la caratteristica forma ad “otto”. L’estensione del lago varia dai 4 ai 6 ettari e questa circostanza è connessa all’assenza di immissari o sorgenti proprie del bacino. Conseguentemente, il livello delle acque dipende esclusivamente da fattori meteorologici (neve e pioggia) e da fattori ambientali (le numerose mandrie di bovini, ovini ed equini che ivi si abbeverano).

Ho raggiunto il lago a piedi a Giugno 2016 con un amico (grande Piero!) partendo dal borgo di Cartore (RI) dove, lasciata l’auto, si raggiunge l’inizio del sentiero. Per raggiungere il lago esistono due modi:
- tramite il Vallone di Fua (sentiero 2B) – 4,5 km solo andata
- tramite il Vallone della Cesa (sentiero 2C) – 5,5 km solo andata
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La mappa dei percorsi per il Lago della Duchessa (in alto a destra) da Cartore (RI). fonte: sempreinsalita.com
IL SENTIERO
Abbiamo optato sia all’andata che al ritorno per il Vallone di Fua impiegando circa 2 ore e 30 all’andata (compresi 30 minuti di pausa per mangiare) e 1 ora e 30 per scendere (senza soste). Il dislivello è notevole e il percorso è piacevolmente e costantemente in salita ma l’impresa non è affatto ardua se si hanno delle buone scarpe da trekking e due bacchette con cui accompagnarsi, specie in alcuni tratti.

Il sentiero parte dal borgo di Cartore, a breve distanza dall’uscita dell’A24 Valle del Salto, del quale consiglio la visita all’accampamento romano posto alle spalle del paesino. Cartore è davvero un piccolo gioiello, poche case ma tutte ristrutturate e curate secondo lo stile classico delle case medioevali. L’inizio del sentiero coincide con la fine della strada per arrivare a Cartore in macchina e l’unico bivio di cui tener conto è posto proprio all’inizio dello stesso ossia nella biforcazione del sentiero in 2C (Vallone di Cesa), a sinistra, e in 2B (Vallone di Fua), a destra.

La prima parte del percorso si snoda attraverso i boschi che ricoprono il vallone di Fua: querce, betulle e lecci centenari abbarbicati tra le rocce che puntellano il sentiero. In alcuni punti la salita è leggermente più ardua dato che si sale lungo una parete di roccia (effettuabile senza problemi con scarpe da trekking e bacchette) ma il tratto in questione riguarda la prima metà del percorso e per non più di 20 minuti di cammino sulle 2 ore e 30 necessarie per completare il sentiero. Per quasi tutta la sua lunghezza, infatti, il sentiero è battuto e senza rocce, ricoperto solo dalle foglie degli alti alberi che adombrano l’intera vallata e che rendono il clima del bosco piacevolmente fresco anche durante le giornate estive più calde.

A quota 1700, in località Caparnie, il percorso attraversa una serie di stazzi di cui solo il primo è utilizzabile poichè gli altri sono privati. Questo stazzo è denominato “Rifugio Gigi Panei” ed è dedicato al grande alpinista e sciatore scomparso a Courmayeur nel 1967 e nativo di queste terre, precisamente Sant’Anatolia. In questo luogo è possibile riposare (anche dormire se si ha con se un sacco a pelo o un materassino) e sostare per mangiare o bere qualcosa (io ho optato per questa opzione). Nel rifugio non c’è acqua corrente e non c’è corrente elettrica ma sono presenti le prese necessarie al collegamento di un generatore (da portare da casa ovviamente).

Il lago dista dal Rifugio una ventina di minuti a piedi e questa parte di sentiero è la più agevole e paesaggisticamente più bella. Si procede verso il lago circondati da un’infinita distesa prativa quasi totalmente priva di alberi e arbusti, tranne in alcuni tratti come lungo la dorsale nord del Murolungo.

Si giunge al lago e si è magicamente catapultati in un’altra dimensione, di scandinava memoria, in cui è il vento l’unica voce che è possibile ascoltare, assieme ai nitriti dei cavalli che frequentano il lago nel periodo estivo.

LA STORIA: IL CASO MORO
Come anticipato nell’introduzione dell’articolo, il lago è balzato agli onori delle cronache nazionali poiché citato all’interno di un comunicato delle Brigate Rosse nel caso del sequestro di Aldo Moro, il 18 Aprile 1978. Nel comunicato in questione, rivelatosi poi falso, si affermava che il corpo dell’onorevole Moro fosse stato abbandonato esanime all’interno dei fondali del lago. Le ricerche furono ingenti e affannose, a causa del clima rigido e della neve che ricopriva il lago in quel periodo, ma portarono ad un nulla di fatto poiché, come già detto, il comunicato si rivelò completamente falso.
INFORMAZIONI
- Come arrivare: Autostrada A24 Roma-Teramo, uscita Valle del Salto, da lì seguire le indicazioni per Cartore, distante 8 km dal casello. Il costo del pedaggio dal casello di Roma Est al casello di Valle del Salto è di 8,80 €.
- Periodo consigliato: Maggio-Ottobre
- Note: Non sono presenti sorgenti lungo il percorso, ma all’inizio del sentiero vi è una fontanella di acqua potabile. Nel borgo di Cartore è presente un ristorante, i Casali di Cartore, in cui è anche possibile pernottare.
Buon viaggio.
che bello! Mi fai tornare in mente il preiodo in cui sono stato scout: ho smesso 15 anni fa, ma ho una nostalgia abissale di quelle camminate in mezzo ai boschi… buona serata,
Luca
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Non è mai troppo tardi per riprendere.
Grazie delle belle parole,
Simone
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Figurati, non c’è di che! Forse hai ragione, non è mai troppo tardi per riprendere, ma penso di essere fuori allenamento.
Buonanotte, a presto
Luca
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